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Anaao, i reparti sono pieni. Male al Sud

Sindacato Redazione DottNet | 13/10/2020 18:26

Palermo: "Importante il tracciamento a scuola. Ora accesso a Mes a tasso agevolato"

I reparti Covid ordinari "cominciano a riempirsi, soprattutto al Sud, e questo è un segnale da non sottovalutare". Lo afferma all'ANSA Carlo Palermo, segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed.  Questi reparti, spiega, "si stanno riempendo perchè qui giungono i sempre più numerosi pazienti postivi che non possono effettuare il periodo di isolamento al proprio domicilio. Si tratta di pazienti nella maggior parte dei casi stabili o con sintomatologia lieve e che quindi non necessiterebbero di un ricovero ospedaliero, Non possono però restare nelle proprie abitazioni, quando non si hanno condizioni adeguate". Il punto, rileva, "è che mancano i necessari alberghi sanitari per questi pazienti e ciò sta portando ad un intasamento dei reparti". Diversa la situazione dei posti letto in terapia intensiva: "La situazione, per il momento, è abbastanza tranquilla a livello nazionale, anche se i ricoveri stanno aumentando.

Oggi infatti - afferma Palermo - siamo a circa 450 ricoveri, pari all'8% della possibilità di ricovero nelle terapie intensive sul territorio. Abbiamo ad ora 6mila posti di terapia intensiva, cui se ne aggingeranno altri 3.500 circa, le cui gare sono già partite. Inoltre, considerando che il 50% circa dei posti letto in terapia sub-intensiva, pari a circa 2mila posti, saranno utilizzati e adeguati per i pazienti Covid, in totale potremo disporre di circa 11mila posti letto tra terapie intensive e sub-intensive". Ovviamente la situazione è più problematica al Sud dove, rileva, "i numeri delle terapie intensive erano più ridotti già in passato: in Calabria , ad esempio, si registrano 5 posti per 100mila abitanti, contro i 10 per 100mila di Veneto o Emilia. I posti si stanno ora aumentando, ma è chiaro che il gap rimane". Da qui, è il monito del segretario dei medici ospedalieri, "l'importanza che i cittadini rispettino tutte le misure in atto per evitare un aumento dei contagi. E si spera - conclude - che la stretta decisa con l'ultimo dpcm del governo porti dei risultati".

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Ma non è tutto: "Ci vogliono più tamponi, bisogna allargare subito il sistema di resistenza alla pandemia. Il tracciamento a scuola è cruciale. Per farlo servono più test, reagenti, macchinari per processarli e personale per fare i prelievi. Tutto questo ha un costo. Se le risorse sono scarse, c'è un finanziamento europeo all'interno del Mes (supporto alla crisi pandemica) che mette a disposizione dell'Italia 36 miliardi, in tranche da 5 miliardi al mese. Possiamo averli in tempi brevissimi a un tasso di interesse dello 0,1%", incalza Palermo. Che spiega: "Il finanziamento europeo compreso nel Mes ha un costo irrisorio per l'Italia, lo 0,1%, e contribuisce ad abbassare quello che attualmente paga il Paese per il debito a lunga scadenza, tenendo conto che per il complesso dei debiti a lunga scadenza accumulati negli anni l'Italia paga interessi intorno al 3,5%". E insiste sulla necessità di "fare più tamponi per far funzionare e lavorare in sicurezza la scuola, gli studenti, le loro famiglie, i professori e gli operatori scolastici. Fare i tamponi è l'argine contro la diffusione dell'epidemia".   Infine, Palermo ricorda che sono partiti proprio in questi giorni i bandi per la tecnologia e le opere murarie per l'incremento dei letti in terapia intensiva, altri 3.500 oltre ai 6.500 già operativi e nuovi 4.200 per la terapia sub-intensiva.

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